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Attraverso le sue pratiche editoriali, Carlo Gozzi allestì, come in una suggestiva messinscena, la più enigmatica autorappresentazione della propria personalità artistica: maschere e figure dello schermo sono convocate a dissimulare il protagonismo del poeta comico, nel tentativo di salvaguardare un "manuale" - quanto ambiguo - aristocraticismo letterario. In prospettiva e con strumentazioni inedite, il saggio ripercorre tali pratiche editoriali, mettendo in luce come dentro l'arroventato e caotico polemismo dell'autore sia in realtà nascosta e dissimulata una concezione agonistica e militante del libro non meno che della scena, espressa in un teso e ininterrotto dialogo con le provocanti sollecitazioni della modernità.